Dopo di noi mill'altri
si stenderanno al sole
in cune ardenti di ferrigna sabbia.
Occhi socchiusi a lungo sfioreranno
le membra in sogno accarezzate.
Immagini antiche, e sempre
appena nate, la risacca
lentamente cancella
e rinnamora
Sono nata a Roma, città unica, irripetibile, che mai finirà di stupire con il suo splendore, nonostante l'incuria e gli oltraggi, come ha magistralmente rappresentato Sorrentino nel film La grande bellezza.
Sono nata nello stesso giorno di Gabriele D'Annunzio, come lui continuamente divisa fra aspirazione al candore e decadente languore. Ho ereditato da mio padre il culto dei valori romantico-risorgimentali e un profondo senso del dovere, che mi ha aiutato a mantenere il timone diritto verso la meta nei momenti di smarrimento.
Nella Roma distruttta dai bombardamenti e povera di alloggi, ho vissuto nella casa dei nonni paterni per i primi quattro o cinque anni di vita, ed è stata la mia fortuna, come narro nei capitoli 21 e 22 del romanzo Il greco duale. All'età di cinque anni mi sono trasferita con la mia famiglia al Lido di Ostia, dove ho trascorso un'infanzia e un'adolescenza ignara di ogni male, libera e felice, come canto nella lirica Sono nata in riva al mare, raccolta nella silloge Le stagioni della vita. Qui ho frequentato le scuole fino alla maturità e qui ho portato a termine la mia carriera in qualità di docente di materie letterarie nel Liceo Classico "Anco Marzio", dove ho incontrato colleghi e alunni straordinari come quello a cui è dedicata la lirica In Aula (nella silloge La parola cercando).
A Ostia ho trascorso gran parte della mia vita, allontanandomene solo durante gli studi universitari presso La Sapienza di Roma, dove tra i tumulti sessantottini ho avuto il privilegio di ricevere l'insegnamento di luminari della scienza quali Ettore Paratore, Walter Binni, Aurelio Roncaglia, Ugo Spirito, Santo Mazzarino, Luca Canali, G.C. Argan, Giovanni Macchia, straordinario traduttore e interprete di Baudelaire, le cui lezioni attiravano ascoltatori attenti ed entusiasti da tutte le facoltà: è da giganti come loro che ho compreso come il primo compito di un docente sia quello di trasmettere l'amore per la conoscenza.
Tornata a vivere ad Ostia a conclusione degli studi universitari, già sposa e madre, ho iniziato ad insegnare presso il Liceo Scientifico paritario "Camilli". A Giovanni Camillli debbo l'aver appreso il rispetto reciproco. Fu grazie al suo insegnamento se, dopo aver vinto il primo concorso a cattedre, indetto dopo anni di amministrazione negligente, dal neoeletto MInistro della Pubblica Istruzione Falcucci, non ebbi alcun timore entrando in aule di scuole di borgata e realtà degradate.
Ma è alla preside storica del Liceo Classico "Anco Marzio" che debbo il mio perfezionamento professionale, grazie alla fiducia in me riposta nell'affidarmi progetti didattici prestigiosi.
Nel 2011 mi sono trasferita a Capranica, altro mio luogo del cuore per le origini viterbesi della mia nonna materna. Qui ho fondato l'associazione culturale "Il leggio del bosco", dove ho promosso rappresentazioni teatrali e concerti in salotto.
Nel 2016 sono tornata a vivere a Ostia, pur conservando con la cittadina di Capranica , e più in generale con la Tuscia laziale, un legame profondo, in cui rintraccio le mie origini e conservo memoria di momenti di felicità incontaminata in compagnia dei miei cugini di Bolsena e di Gradoli, ancora bambini, tra campi fertili e assolati, sugli alberi per scopracciate di fichi e nocciole ancora cerbe, a dorso d'asino giù per il sentiero che conduceva al lago, o su per la "piaggia a portare il beverone ai maiali" o per caricare l'orologio della torre dell'antico castello Monaldeschi, di cui si favoleggia essere dimora di fantasmi.
Anche la mia amatissima casa di Capranica, costruita nella seconda metà dell'Ottocento da un possidente del luogo antenato di Marilà, carissima indimenticabile amica, e poi trasformata in villa nobiliare dal conte Raniero Paulucci de Calboli, sembra sia ancora eletta a dimora degli antichi proprietari, che amavano manidestarsi soprattutto in occasione degli eventi letterari e musicali da me organizzati. A Capranica ho lasciato il mio cuore e affetti indissolubili che non si scioglieranno mai.
Altro luogo in cui ritrovo le mie radici è la costa campana: non appena superate Formia e Gaeta, che segnavano il confine fra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie, riconosco l'azzurro cobalto del cielo, così luminoso da accecare gli occhi, e il profusmo di arance e limoni che si spande nell'aria. E che dire dello spettacolo che si offre alla vista del Vomero, dove hanno trovato i natali il mio trisavolo garibaldino, amico di Carlo Pisacane e Giuseppe Ferrari. Lo spettacolo del Golfo di Napoli , soprattutto se visto da Campagnano a Ischia, dove lo sguardo spazia dal Castello Aragonese a Procida, dal Vesuvio e dalla costiera a Capri, può trovar paragoni solo con il golfo di Rio visto dal Corcovado.
Il mio sogno è tornare a vivere nella casa di Capranica, dove ho iniziato a comporre i primi versi. Rinuncerei a tornare a Capranica solo per concludere i miei giorni in una casa dalle grandi finestre affacciate sul mare. Il mio rapporto con il mare è qualcosa che fa parte della mia più intima natura, forse perché sono nata sotto la costellazione dei Pesci, o forse perché è in riva al mare che ho mosso i primi passi, come scrivo nella luga lirica Sono nata in riva al mare (Le stagioni della vita).